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STANZE

  /  2022   /  Antigone

di Sofocle

spettacolo bilingue in italiano/tedesco con sovratitoli
testo tedesco nella traduzione di Hölderlin, testo italiano nella traduzione inedita di Fabrizio Sinisi

con Lea Barletti e Werner Waas
sound Design dei Cori: Luca Canciello
regia Barletti/Waas

domenica 23 ottobre 2022 – ore 19.00
Heracles Gymnasium
via Padova, 21 – Milano

prenotazione obbligatoria a info@lestanze.eu

Antigone come teatro minimo o da camera
Qual è la forma minima per non rinunciare, anche (ma forse soprattutto) in questi tempi di crisi, al necessario rito laico del teatro? Come possiamo, in tempi di distanziamento fisico e generale isolamento, mantenere in vita questa particolare forma di comunità, che è essenzialmente esperienza di sé attraverso lo scambio, il mescolarsi, con altri? Queste sono alcune delle domande che ci siamo posti, e alle quali l’idea di “teatro minimo” o da camera tenta di dare una risposta, attraverso una Tragedia come quella di Antigone, che non smette di interrogare il presente.

Libertà personale e ragion di stato sembrano attualmente in conflitto. Le categorie di cosa è necessario e giusto vengono ridefinite giorno per giorno da ognuno di noi.
“Antigone” si occupa di questioni cui è difficile dare una risposta chiara e univoca. Tocca e tratta valori personali, interni, e valori comuni, doveri irrimandabili e irrinunciabili. Cosa si deve fare infatti se il senso personale di cosa è giusto entra in conflitto con le leggi dello stato? E quali rischi corre lo stato se delle persone ignorano semplicemente le sue leggi ergendosi in nome di un dovere morale al di sopra del suo potere normativo? E quale ruolo gioca in tutto questo la mistificazione di potere, religione e morale come giustificazione del proprio agire? “Antigone” ci interroga da millenni. E soprattutto in tempi di crisi, sembra quasi obbligato ritornare al conflitto tra Creonte e Antigone, tra Antigone e Ismene, tra Creonte ed Emone. Il conflitto tra potere e responsabilità personale, tra resistenza e colpa, tra compassione e hybris. Antigone ci parla di una visione del mondo che non si esaurisce nel presente. Ci parla di donne e uomini, di guerra e riconciliazione, di passato e futuro, di comunicazione e incomprensione, di lingua e traduzione, di corpo e mente, di vita e morte. Ci parla del bisogno del teatro. Antigone ci parla di questo e di molto altro e tutto ciò di cui parla è di assoluta rilevanza per la nostra situazione presente. Il teatro è l’arte pericolosa per eccellenza (come dice Romeo Castellucci), pericolosa perché viva, perché accade nel qui e ora, perché rischia ogni volta tutto nel confronto con gli spettatori. Il teatro come luogo che si apre fra
spettatori e attori, come arte che pone delle domande, anche se non sa dare le risposte, come arte che si carica sulle spalle il rischio del dubbio e non ne lascia esente nemmeno lo spettatore.
Quella che proponiamo è una versione molto particolare dell’ “Antigone” di Sofocle, lontana dai fasti e dalla retorica del “teatro di stato”, un’Antigone ridotta al minimo, con solo due interpreti a dividersi tutti i ruoli e con i ruoli le responsabilità, le colpe, i destini. Una “piccola forma mobile” come la sognava Brecht, una sorta di “tragedia da camera”, pensata difatti soprattutto per appartamenti e/o spazi non “teatrali” o comunque piccoli, e per un ridotto numero di spettatori. Una
versione estremamente intima della tragedia sofocle, dove i conflitti tra i personaggi diventano conflitti interiori, dove lo spettatore è invitato a prendere posto nella testa dei protagonisti, a spiare da vicino, come con una lente d’ingrandimento, la lacerazione della coscienza dei protagonisti di fronte alle difficili scelte da compiere. Nella nostra “Antigone” non esistono personaggi se non nel senso di “persone” e non esistono i buoni e i cattivi, perché il conflitto è sempre dell’essere umano con se stesso, con l’altra parte di sé e con la propria “ombra”.

Barletti/Waas, ovvero Lea Barletti e Werner Waas, lavorano insieme dalla fine degli anni ‘90, prima in Italia e ora, dal 2012, a Berlino. Negli anni hanno sviluppato un linguaggio teatrale molto personale e particolare, sulla base soprattutto di testi di drammaturgia contemporanea. Il loro lavoro è stato ospitato in teatri, grandi e piccoli, ma anche in appartamenti e altri luoghi non specificatamente “teatrali”. Maggiori informazioni potete trovarle sul sito www.barlettiwaas.com.


Heracles Gymnasium

Ginnàsio s. m. [dal lat. gymnasium, gr. γυμνάσιον, der. di γυμνάζω «fare esercizî ginnici», da γυμνός «nudo»].
Nell’antica Grecia, originariamente luogo dove i giovani si esercitavano, nudi, nei giochi atletici, e in seguito anche centro di educazione spirituale e di ritrovo, in cui si tenevano banchetti, feste, rappresentazioni teatrali, lezioni, conferenze.
Heracles Gymnasium nasce nel 2015 in via Padova, crocevia di culture e arteria pulsante di un rinnovamento cittadino che vede nella diversità una risorsa per la rinascita dei quartieri.
Heracles Symposium nasce all’interno della progettualità di Heracles Gymnasium per attuare proposte concertistiche, teatrali e figurative. Un elemento fondamentale per la riapertura di un antico ginnasio è la presenza di attività artistiche e performative all’interno dello stesso spazio dove si pratica attività sportiva.
Formata da diversi direttori artistici per la gestione di quattro filoni culturali (arte teatrale, arte figurativa, musica classica, musica tradizionale), Heracles Symposium offre annualmente una programmazione variegata, attenta alla qualità e al messaggio che intende diffondere: la cultura come base fondante per accrescere il Sé, arricchire la personalità e condividere idee con l’alterità.
Heracles Symposium ha adibito una delle sale della palestra, la “Diagora di Rodi” alla realizzazione di spettacoli teatrali, concerti ed esposizioni.

Heracles Gymnasium


con il contributo di Fondazione Cariplo