EVA
di Massimo Sgorbani
con Federica Fracassi
suoni Fabio Cinicola
a cura di Renzo Martinelli – Teatro i
23 aprile, 1 e 8 ottobre 2012
Case private – Milano
“Una bambina così modesta e quieta che a ogni moto dell’anima sua arrossiva… Contro natura, patria, età, reputazione, razza! Innamorata… del suo spavento!”
Shakespeare, Otello
Tra il 29 aprile e il 1 maggio del 1945, nel bunker sotterraneo del Palazzo della Cancelleria di Berlino, alcuni dei principali rappresentanti del partito nazionalsocialista si suicidano. Poche ore prima Hitler sposa Eva Braun. Poche ore dopo Hitler e signora si uccidono con le fiale testate sul pastore tedesco del Führer, il primo a morire. Poche ore dopo Magda Goebbels somministra le fiale ai sei figli addormentati. Ancora poche ore, e anche Magda e il marito si avvelenano con le stesse fiale.
Si consuma così un’enorme tragedia e, nello stesso tempo, la tragedia stessa, nella sua impossibilità a compiersi. Eva, Magda, Hitler sono personaggi tragici a cui è preclusa la dimensione del tragico. Ma Eva e Magda sono anche donne innamorate di Hitler, fedeli al loro amore fino all’ultimo istante.
In questa tragedia mancata, nella sua impossibilità a esserci, c’è fedeltà e c’è una gran quantità di amore declinato secondo diverse forme. C’è fedeltà di amante, fedeltà di adepto. C’è sottomissione, devozione, preghiera. Ma insieme all’amore c’è sempre la paura. Paura della punizione, paura dell’abbandono, paura dello strapotere dell’amato, paura della propria fragilità di amanti, paura che l’amore finisca, paura che l’amore si realizzi.
O magari paura dell’amore stesso.
Innamorate dello spavento è un progetto di Teatro i largo e in divenire in cui l’autore Massimo Sgorbani cattura le voci di alcune donne legate al Führer che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich. Nel gioco, curato da Renzo Martinelli, a cui dà corpo Federica Fracassi, le voci femminee si rincorrono. La bestia si veste di tratti umani e l’ideale mostra il suo volto ferino. E tutto è pervaso da un sentore di infanzia, irrappresentabile anche lei, infanzia vissuta oltre il limite anagrafico, infanzia come dovere e orrore della generazione, perversione polimorfa come regola del desiderio. Ci si culla tra le braccia Pierino Porcospino, il bambino che fa schifo. L’infante/bestia.
Privati della consolazione del tragico, i personaggi aspirano, senza riuscirci, a essere “storici”. Rimangono semplici personaggi di una commedia e, di fronte alla Storia, muoiono del tutto impreparati.
Federica Fracassi
Attrice (Premio Ristori, Premio Olimpici del Teatro, Premio della Critica, Menzione d’onore e Premio Eleonora Duse, Premio Ubu) conduce insieme a Renzo Martinelli il progetto di Teatro i, una vera e propria factory del teatro contemporaneo, attivo a Milano da qualche stagione. Interprete sensibile alle nuove drammaturgie, votata alle scritture più visionarie, feroci, poetiche degli ultimi anni ha lavorato tra gli altri con Valerio Binasco e con Valter Malosti.
Renzo Martinelli
Regista, è direttore artistico di Teatro i, compagnia di produzione che gestisce dal 2004 l’omonimo spazio teatrale a Milano. Le regie di Martinelli privilegiano un’autonoma costruzione scenica in costante dialogo con una drammaturgia della contemporaneità. Tra i suoi lavori ricordiamo La Santa di Antonio Moresco (2000) vincitore del premio Sette spettacoli per un nuovo teatro italiano per il 2000; Prima della pensione di Thomas Bernhard (2006), Incendi di Wajdi Mouawad (2011), Hilda di Marie Ndiaye (2011), Lotta di negro e cani di Bernard-Marie Koltès (2012). Teatro i nel 2006 ha vinto il premio Hystrio- provincia di Milano.
Massimo Sgorbani
È nato a Milano il 20 luglio 1963. È laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano e diplomato in Drammaturgia presso il Laboratorio di Scrittura Drammaturgica della Civica Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi”.
Autore di sceneggiature cinematografiche e televisive, in ambito teatrale ha vinto il Premio Speciale della Giuria Riccione 2001 “Bignami-Quondamatteo” con il testo Angelo della gravità. Nel 2003 si è classificato secondo al Premio Fersen con il testo Il tempo ad Hanoi. Sempre nel 2003 ha ottenuto la “segnalazione di continuità” al Premio Riccione per il testo Le cose sottili nell’aria.
A fine maggio 2008, il Teatro Franco Parenti ha organizzato il Focus su un autore: Massimo Sgorbani, dieci giorni nei quali sono stati rappresentati sette testi tra cui l’inedito Per soli uomini.
Nell’agosto del 2008 ha ricevuto il premio Franco Enriquez per la drammaturgia.
I testi di Massimo Sgorbani sono pubblicati da Ubulibri, con il titolo di Teatro di Massimo Sgorbani, e da Editoria&Spettacolo con il titolo Due pezzi quasi comici.
Foto Lorenza Daverio
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