Costrette al silenzio da molto, troppo tempo, aspettando di poter riaprire le nostre “stanze” appena sarà possibile, abbiamo pensato di riproporvi due spettacoli tra i più significativi ed emblematici della nostra ricerca. Il posto rappresenta il fortunato incontro tra un luogo, la Casa Museo Boschi Di Stefano e la Compagnia Deflorian/Tagliarini, tra le più interessanti della scena contemporanea, e Autobahn proposto all’interno dell’installazione artistica L’ultimo viaggio di Luca Vitone, una sintesi di quello che noi amiamo definire “drammaturgia dello spazio”.
Il posto
Deflorian/Tagliarini
progetto Il cielo non è un fondale – Il paesaggio protagonista
testo e performance di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
collaborazione artistica di Rocco Manfredi
organizzazione a cura di Anna Pozzali
un ringraziamento ad Alessandro Mendini
Lo spettacolo ha debuttato il 24 novembre 2014 presso la Casa Museo Boschi Di Stefano
Quando diciamo “posto” intendiamo qualcosa di più (o di meno) di un luogo. Un posto è dove abbiamo lasciato un pezzetto di noi, è dove vogliamo tornare, o dove non vogliamo più mettere piede. Segreto, brutto, nostro, nel cuore, nei pensieri. Un luogo a un certo punto è diventato un posto. Anche dentro casa. Quel posto tra le due finestre dove batte il sole e dove ti appoggi e stai, senza fare niente. Quel buco della vecchia poltrona di pelle dove infili il dito. E altro ancora. Come rintracciare i posti di una casa dove non abbiamo vissuto? Ci ha accompagnato in questo periodo trascorso nella meravigliosa casa museo Boschi Di Stefano la lettura del breve e intenso Saggio sulla giornata riuscita di Peter Handke di cui nella performance usiamo un breve brano.
(Daria Deflorian e Antonio Tagliarini)
Autobahn
di Lorenzo Loris
dall’omonimo racconto di Pier Vittorio Tondelli
con Mario Sala
regia di Lorenzo Loris
Lo spettacolo ha debuttato il 29 novembre 2017 presso il Pac – Padiglione d’Arte Contemporanea all’interno della mostra Io, Luca Vitone
Il racconto di questo anomalo viaggio vissuto da un uomo costretto a evadere dalla condizione di vita alienata che lo circonda è probabilmente tutto vissuto attraverso la sua mente “malata”. Il protagonista, con grande tenerezza e sensitività profonda, ci conduce per mano nei meandri del suo disagio esistenziale e ci cattura come in un sogno. Il percorso della nota autostrada italo-tedesca che
collega il sud al nord dell’Europa, viene trasformato dalla sua mente con straordinaria forza visionaria e diventa, così, magico. Forse quell’uomo non si muove e non si muoverà mai dal suo mondo concluso, forse il suo bagno nella follia tra comico e disperato, tra logica e delirio, che acquista verità man mano che si inoltra nell’assurdo con un crescendo emozionante, avviene di fatto solo entro le
mura circoscritte di un luogo chiuso. La sua benzina è l’immaginazione. E magari la gioia che prova scorrazzando per l’autostrada sulla sua ronzinante Cinquecento lanciato verso l’avventura, scavando nel profondo del quotidiano affondato in un tempo sospeso, dove la realtà sembra trascolorare verso il buio della notte, alla fine non è altro che la manifestazione stridente di un suo ultimo viaggio,
estremo e pacificatorio. Un ultimo viaggio, appunto, proprio come il titolo dell’opera di Luca Vitone al cui interno si è creata l’inedita e davvero felice opportunità di articolare e mettere in scena il percorso del viaggiatore di Tondelli.
(Lorenzo Loris)