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STANZE

  /  2025   /  PEITHO – persuasione

concerto per voci e suoni

primo studio

un progetto di Federica Fracassi e Irene Petra Zani 
testo Irene Petra Zani
concept Federica Fracassi
con Federica Fracassi, Dimitrios Papavasiliu e Shari DeLorian
sound artist Shari DeLorian
a cura di Nicoletta Scrivo
Produzione Teatro di Dioniso Associazione Culturale Tinaos
 in collaborazione con Stanze – Teatro fuori dai teatri

Testo vincitore del bando di drammaturgia FUTURO PASSATO e del premio di produzione di FESTIL2​5 in collaborazione con Dialoghi Residenze delle arti performative a Villa Manin a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
courtesy of  Velasco Vitali per immagine/opera Freccia, 2002
si ringrazia per la collaborazione  Federico Bellini
si ringrazia per la collaborazione all’allestimento scenico Renzo Martinelli

Testo vincitore del bando di drammaturgia “Futuro Passato 2024 – memoria di un viandante” a partire dalla figura dell’intellettuale goriziano Carlo Michelstaedter e dalla sua opera più celebre “La persuasione e la rettorica”. Testo vincitore del premio di produzione di FESTIL Festival Estivo del Litorale 2025

16 e 17 giugno ore 19.30
studio dell’artista Velasco Vitali

L’indirizzo sarà comunicato ai soli partecipanti allo spettacolo

ingresso 15 euro / ridotto 7 euro
prenotazione obbligatoria a: info@lestanze.eu specificando nome, recapito telefonico e giorno

Sinossi e note di regia

Qual è il senso delle parole quando non portano a nessun fatto? Il teatro insegna da sempre che le parole sono azioni e che quando si prende parola, è per fare qualcosa. Eccoci a prendere parola con un gesto artistico che, lo sappiamo, non porterà a nessun fatto. Gli atti di violenza efferata contro civili e innocenti scandiscono i nostri giorni nonostante lo sdegno che si leva a gran voce. La Storia non cambia. Ciononostante noi vogliamo continuare ad indignarci, a raccontare, a cercare un’altra via.

Federica Fracassi e Irene Petra Zani

Carlo Michelstaedter nasce a Gorizia. Ha 23 anni quando si suicida nel 1910, dopo aver scritto “La Persuasione e la rettorica”, sua tesi di laurea. Il pensiero inquieto, tragico di questo giovane filosofo, anticipa quel sentire che diventerà collettivo pochi anni dopo, con lo scoppio della prima guerra mondiale. Incontrando la sua opera intuisco un profondo dialogo con il mio tempo e scrivo di Carlo come di un ragazzo che si uccide alla vigilia della Grande Guerra, per non obbedire agli insegnamenti ereditati dai Padri, che credono al valore assoluto della supremazia e alle armi come unico mezzo per ottenerla. Il ragazzo, così il suo nome nella finzione del testo, non vuole combattere. Non capisce perchè non sia possibile persuadere gli uomini alla pace e convoca Peitho, Dea della Persuasione del pantheon greco. Lei ha persuaso l’umanità alla barbarie fin dal tempo della Guerra di Troia, il Mito fondante della nostra civiltà, ma la Dea si discolpa. Il pubblico assiste a una apologia dove la Storia della violenza come principio che governa il Mondo, si intreccia con la storia del ragazzo friulano che, come un Oreste contemporaneo, sprofonda dentro se stesso e non trova alternativa al suo gesto estremo.

Irene Petra Zani

“La guerra è la morte dell’arte”? Purtroppo, no. Anche se la guerra è la morte e l’arte è la vita esse convivono fin dall’Iliade, fin dall’Antico Testamento. Esiste un bisogno umano di esprimere in poesia anche le cose più atroci.” Così Primo Levi sopravvissuto ad Auschwitz e poi morto suicida.
Irene Petra Zani incontra la tragedia umana e intellettuale di Carlo Michelstaedter ridandole vita con un gesto artistico che ho subito trovato perfetto nella sua meccanica atroce e inesorabile, mascherata a tratti da una beffarda ironia. Carlo, il ragazzo, evoca la Dea della persuasione che vomita parole affilate come armi, mentre si discolpa incalzata da un coro di umani che si professano innocenti per le sorti che loro stessi impongono al mondo. Il rischio formale di questo progetto mi ha innamorata. Conoscevo la storia di Carlo per averla studiata a scuola. La sua coerenza mi è sempre parsa terribile e al tempo stesso gloriosa. Sono certa che l’arte debba raccontare anche il male e le nostre parti oscure ed è raro trovare scritture così potenti e lucide che tengono sapientemente in pugno ciò che quasi non si riesce a dire. Ho immaginato un ambiente crudele, spietato, un paesaggio devastato e sospeso agito da voci e da suoni. Il sound artist Shari DeLorian, che ha naturale sintonia con questa materia, è il nostro coro. Dimitrios Papavasiliu è Carlo: come lui parla e scrive in greco. Parole come propaganda, parole come poesia, parole come partiture, come proiettili che continuano a ferire.

Federica Fracassi



parte del progetto Teatro Dappertutto di Teatro Alkaest

con il patrocinio di Fondazione Cariplo