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STANZE

  /  2016   /  Tre lai all’Albergo Diurno Venezia per il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

di Giovanni Testori
balbettii d’amore o trislaiada 
con Federica Fracassi
adattamento drammaturgico e mise en espace di Renzo Martinelli
produzione Teatro i

13, 14 e 15 ottobre 2016 – ore 20.00
Albergo Diurno Venezia
Metro Porta Venezia – Milano

Nel giugno scorso Stanze presentava nell’affascinante showlab di Donatella Pellini, creatrice di bijou unici e raffinati, una nuova produzione del Teatro i, un montaggio di Tre lai di Giovanni Testori. Interpretava i versi dell’autore di Novate Federica Fracassi che, diretta da Renzo Martinelli, per la prima volta si accostava alla parola poetica di Testori. Con un ardito lavoro drammaturgico le tre eroine dei lai, Cleopatra, Erodiade e Maria innalzavano il loro canto d’amore come il lamento di una sola donna che manifestava lo strazio di tutte loro.

Questo lavoro viene ora presentato una seconda volta in un altro luogo milanese di straordinario interesse, l’Albergo Diurno Venezia di piazza Oberdan, grazie a un accordo tra il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano, cui è stato affidato dal Comune di Milano, e Stanze.

Costruito nel 1925-1926 e abbandonato all’inizio degli anni 2000, il “Diurno”, normalmente chiuso al pubblico, appare la cornice ideale per accogliere l’opera di Giovanni Testori e un’ulteriore tappa del percorso di Federica Fracassi e Renzo Martinelli: questo spazio sotterraneo, alternativo, angolo nascosto e sconosciuto nel “ventre” di Milano, luogo intriso di memorie del passato ancora intatte e quasi tangibili e fortemente evocativo dell’umanità varia che vi è trascorsa, accoglie e potenzia la suggestione, trasformando lo spettacolo in un’esperienza ancor più forte e indimenticabile.

Con questo evento la rassegna Stanze continua il suo lavoro di diffusione della  drammaturgia italiana da quest’anno sostenuto anche dalla Siae, oltre che dal Comune di Milano.

“Giovanni Testori scrive i Tre lai negli ultimi mesi di vita.
Sono tre lamenti d’amore, tre canti inconsolabili e disperati di donne che si scontrano con un’assenza: Cleopatra, con il suo amore prepotentemente vissuto e poi amaramente perduto per il generale romano Antonio; Erodiade, straziata dalla sottrazione infinita, dall’amore mai consumato per il profeta Giovanni; e l’amore puro e disinteressato di Maria per il figlio Gesù, durante il Calvario.
Teatro i inaugura un primo percorso di avvicinamento all’universo testoriano, un’iniziale indagine sulla lingua dell’autore in vista della messinscena integrale di uno di questi canti, Erodiàs.
Stanze è l’occasione per balbettare i Tre Lai, per iniziare a pronunciare le parole di Testori, per un accostamento parziale sì, ma totalizzante, al martirio interiore di tutte le tre figure, come se fossero indissolubili.
I loro tre troni vengono qui reinventati fuori dal teatro, a partire da uno spazio unico e prestigioso come quello dell’Albergo Diurno Venezia. Un luogo la cui peculiarità offre un’occasione di straniamento dal meccanismo teatrale e una maggiore vicinanza al pubblico, che vive e compatisce la lingua testoriana. Un impasto sonoro che restituisce, attraverso un magma di ripetizioni e assonanze, di diminuitivi grotteschi e ironiche storpiature, un universo profondamente tragico e gli abissi d’amore delle tre protagoniste, tra bestemmie e preghiere”
(Renzo Martinelli e Federica Fracassi, Teatro i)

Federica Fracassi, interprete sensibile alle nuove drammaturgie, votata alle scritture più visionarie, feroci, poetiche degli ultimi anni, fin dagli esordi disegna un percorso indipendente nel panorama del teatro di ricerca.
Si forma giovanissima alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e segue il lavoro di Carmelo Bene, Luca Ronconi, Thierry Salmon, Romeo Castellucci, Cesare Ronconi.
Fonda insieme al regista teatrale Renzo Martinelli la compagnia Teatro Aperto, oggi Teatro i, che gestisce l’omonimo spazio a Milano.
In teatro ha lavorato tra gli altri con Valerio Binasco, Valter Malosti, Antonio Latella, Luca Micheletti e ha ricevuto numerosi premi come miglior attrice protagonista: Premio Ristori, Premio Olimpici del Teatro, Premio della Critica, Menzione d’onore e Premio Eleonora Duse, Premio Ubu.
Al cinema esordisce nel 2010 in Happy Family di Gabriele Salvatores, seguono tra gli altri Bella addormentata di Marco Bellocchio e Un giorno devi andare di Giorgio Diritti (2012), Il capitale umano di Paolo Virzì (2014), Antonia di Ferdinando Cito Filomarino, La vita oscena di Renato De Maria, Sangue del mio Sangue di Marco Bellocchio (2015).

Renzo Martinelli regista, è direttore artistico di Teatro i, compagnia di produzione che gestisce dal 2004 l’omonimo spazio teatrale a Milano. Le regie di Martinelli privilegiano un’autonoma costruzione scenica in costante dialogo con una drammaturgia della contemporaneità. Tra i suoi numerosi lavori ricordiamo: Lenti in amoreda Marguerite Duras(1996) selezionato alla prima edizione di Scena prima; La Santa di Antonio Moresco (2000) vincitore del premio Sette spettacoli per un nuovo teatro italiano per il 2000; Sinfonia per corpi soli – omaggio a Sarah Kane (2001) che ha ottenuto importanti riconoscimenti nell’edizione 2002 dei Premi Ubu; Kamikaze (2004) selezionato per il progetto Petrolio di Mario Martone; Prima della Pensione di Thomas Bernhard (2006) per il quale Federica Fracassi ha ricevuto la menzione d’onore quale migliore attrice emergente al Premio Duse 2006; Incendi di Wajdi Mouawad, Hilda di Marie NDiaye e Lotta di negro e cani di Bernard-Marie Koltès; la trilogia Innamorate dello spavento di Massimo Sgorbani composta da Blondi (prodotta dal Piccolo Teatro di Milano), Eva (1912-1945), Magda e lo spavento; la messinscena dei testi inediti di Francesca Garolla N.N., Se non fossi stata Ifigenia sarei Alcesti o Medea, Non correre Amleto. Ultime produzioni sono: C’è un diritto dell’uomo alla codardia – omaggio a Heiner Müller e Piangiamo la scomparsa di Bonn Park di Bonn Park. Teatro i nel 2006 ha vinto il premio Hystrio-Provincia di Milano.

L’Albergo Diurno Venezia e il FAI-Fondo Ambiente Italiano
A Milano, sotto Piazza Oberdan, c’è un luogo nascosto e inaspettato, che riporta indietro nel tempo, al 1926, quando apriva le porte a viaggiatori e cittadini milanesi l’Albergo Diurno Venezia, un centro servizi elegante e funzionale, con terme, bagni pubblici e negozi vari, tra cui barbiere, manicure, agenzia di viaggi e fotografo. Una risposta moderna alla domanda di servizi per l’igiene personale, che mancavano allora nelle case private, ma anche l’offerta di una confortevole sosta a chi arrivava in città dopo viaggi lunghi e faticosi, in polverose carrozze di treni a carbone. Abbandonato per decenni e definitivamente chiuso nel 2006, il Diurno conserva ancora, sotto la polvere del tempo, il fascino intatto dell’antico splendore, dovuto alla qualità architettonica e all’originalità delle decorazioni di gusto Déco, nate dalla mano del geniale architetto milanese Piero Portaluppi: un vero gioiello nascosto, simbolo di una Milano d’altri tempi, votata all’efficienza, ma con stile.
L’Albergo Diurno Venezia è attualmente chiuso al pubblico, eccetto per un ciclo di visite guidate straordinarie organizzate dalla Delegazione FAI di Milano.
Il monumento è oggi al centro di un progetto di ricerca condotto da FAI, Università Statale di Milano e Politecnico, funzionale ad acquisire una conoscenza dettagliata ed esaustiva dell’edificio, della sua storia, del suo aspetto e della sua vita. Grazie ad essa si potrà impostare un progetto di recupero dell’edificio che tenga conto, oltre che della sua preziosa architettura, anche della sua originale vocazione funzionale, nella quale risiede la chiave per il suo futuro utilizzo.
Nel frattempo il FAI sperimenta in questo spazio iniziative speciali, come lo spettacolo Tre Lai, primo di una serie di eventi site-specific dedicati alle arti performative, organizzati in collaborazione con la Delegazione FAI di Milano.
Il costo del biglietto sarà devoluto dal FAI al progetto di recupero dell’Albergo Diurno Venezia.


Foto Lorenza Daverio