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  /  2013   /  Essere norvegesi (Being Norwegian)

di David Greig
traduzione Elena Arvigo
studio per appartamento
con Elena Arvigo e Roberto Rustioni
allestimento di Paolo Calafiore
regia di Roberto Rustioni
Associazione Teatro C/R – Associazione Olinda
spettacolo presentato a Le Vie dei Festival

16 novembre 2013 – ore 21.00, 17 novembre 2013 – ore 18.00
Casa privata – Roma

Essere norvegesi racconta di un incontro fra un uomo e una donna, una notte, in Scozia, ai nostri giorni.
Sean accoglie Lisa nel suo caotico appartamento: si sono conosciuti poco prima in un pub.
Nell’imbarazzo di quell’intimità non prevista, gli oggetti diventano degli appigli cui legare le frasi, per evitare quei secondi di silenzio che, nella legge delle nuove relazioni, sembrano a volte pesare come ore. Uno spazio e un tempo che sembrano sospesi in una realtà quotidiana ruvida e dura.
L’incontro casuale di due individui in cerca della propria identità consente di immergersi negli stati d’animo irrequieti e turbolenti dell’uomo contemporaneo.
La vicenda si svolge in un appartamento dove il protagonista si è trasferito da poco. E questa sarà l’ambientazione in cui ha luogo l’azione: una casa praticamente vuota, arredata solo da un divano e da parecchi scatoloni da trasloco.
Greig si colloca in un’area drammaturgica che spesso si interroga sul senso di identità nazionale e culturale e in particolare esplora la questione dell’identità nella sua matrice politico-sociale, linguistica e soprattutto umana ed è questo l’aspetto che più ha interessato il regista.

David Greig, drammaturgo e sceneggiatore, nato a Edimburgo nel 1969 è considerato uno degli esponenti di punta del nuovo teatro scozzese.

Elena Arvigo
E’ nata e cresciuta a Genova dove ha studiato danza classica per 12 anni con Giannina Censi. Dal 1993 al 1996 ha vissuto a Londra dove ha frequentato la Goldsmith’s University e la Performing Art School “London Studio Centre“ perfezionando gli studi di danza e iniziando a studiare recitazione.
In seguito si è diplomata all’Accademia del Piccolo Teatro di Milano.
Nel corso della sua formazione ha avuto come insegnanti Giorgio Strehler, Enrico D’Amato, Gianfranco Mauri, Michele Abbondanza, Carlolyn Carlson, Carmelo Bene, Bruce Meyers, Marise Flach, Geraldine Baron ed Elizabeth Kemp. In teatro ha partecipato a tournée nazionali e internazionali con spettacoli diretti da Alvis Hermanis (Le Signorine di Wilko) e da Valerio Binasco (Noccioline).
Anche per il cinema e la televisione ha preso parte a progetti internazionali fra cui alcune serie tv americane e tedesche. Per la televisione è stata protagonista della Piovra 10 e ha partecipato a numerose fiction.
Nel 2010 interpreta il monologo 4:48 Psychosis diretta dalla giovane regista Valentina Calvani, con la quale l’anno successivo realizza il suo primo spettacolo da regista, Il bosco di David Mamet. Nel 2012 fonda la sua compagnia “Santa Rita Teatro“ e lavora alla regia di Maternity Blues dal testo teatrale di Grazia Verasani.

Roberto Rustioni
E’ nato a Milano, dove incomincia a occuparsi di teatro e si diploma all’Accademia dei Filodrammatici.
Lavora per un paio d’anni con la compagnia del Teatro Filodrammatici di Milano, con la quale affronta il repertorio classico. Nel 1991 entra a far parte stabilmente della compagnia di Giorgio Barberio Corsetti, alle cui produzioni partecipa per più di dieci anni. Collabora a lungo con Claudio Morganti e ha lavorato, fra gli altri, con Stéphane Braunschweig, Enrique Vargas, Rafael Spregelburd, Marco Baliani e con il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera.
Dal 2002 ha intrapreso una strada personale attraverso diversi percorsi teatrali fino alla creazione con Milena Costanzo sette anni fa della coppia artistica Costanzo/Rustioni. Con questa etichetta ha avviato un progetto laboratoriale di ricerca per un teatro  fisico,  di creazione e di drammaturgia attorale, che ha portato alla realizzazione di diversi spettacoli, alcuni dei quali si sono aggiudicati premi prestigiosi (ultimo in ordine di tempo il Premio Ubu 2011 come miglior novità straniera per Lucido, di Rafael Spregelburd).



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